

APPROCCIO COGNITIVO COMPORTAMENTALE
L'approccio cognitivo comportamentale è una pratica clinica scientificamente fondata per il trattamento dei disturbi psicologici. Al suo interno troviamo i due aspetti centrali della terapia: l'aspetto cognitivo e l'aspetto comportamentale. L'obiettivo della terapia è quello di migliorare il rapporto tra il paziente e pensieri, emozioni e azioni così che, credenze radicate nella nostra mente e distorsioni cognitive, non possano influenzare il nostro comportamento e creare disturbi emotivi e comportamentali.
La teoria cognitivo comportamentale è:
Scientificamente fondata: è stato dimostrato che la CBT è efficace per molti problemi di tipo clinico, come depressione, ansia e attacchi di panico, disturbi alimentari, disfunzioni sessuali, insonnia, problemi di coppia, stress e cefalee;
Orientata allo scopo: terapeuta e paziente lavorano insieme per stabilire gli obiettivi della terapia, concordando il piano del trattamento. I progressi del paziente sono periodicamente verificati dal terapeuta;
Pratica e concreta: la finalità della terapia è di risolvere i problemi psicologici concreti del paziente, andando a lavorare sulla riduzione dei sintomi depressivi, dei rituali compulsivi, delle errate abitudini alimentari, degli attacchi di panico, ecc;
A breve termine: quando è possibile, la terapia non si protrae per più di 6/12 mesi; è possibile che ci sia necessità di effettuare una cura più prolungata. In questo caso la terapia cognitiva va integrata con l’uso di psicofarmaci e con altri trattamenti;
Attiva e collaborativa: il paziente e il terapeuta sono entrambi protagonisti, collaborano per sviluppare un percorso terapeutico in linea con i principi della CBT e in accordo con le esigenze del paziente.
ACCEPTANCE COMMITMENT THERAPY
​

L’ACT lavora sul cambiamento di prospettiva del paziente, sulla modifica del modo di vedere e percepire la propria esistenza, partendo da alcune posizioni fondamentali:
-
Una certa soglia di sofferenza psicologica è normale e presente in tutte le persone e non è possibile eliminarla volontariamente, ma si può evitare di incrementarla;
-
Identificarsi con la propria sofferenza ci rende incapaci di poter godere delle altre esperienze che la vita ci offre;
-
Molto spesso si rimane chiusi nella propria mente e si perde ciò che accade nella vita;
-
Il dolore non è un semplice fattore che possiamo individuare e rimuovere come fosse un qualsiasi evento indesiderato. In questo senso l’accettazione è parte fondamentale dell’ACT, e non va intesa come rassegnazione o adattamento alla situazione di disagio quanto piuttosto un consapevole contatto con la propria esperienza, un lavorio su di sé.